Sidro PassatoPresenteFuturo: Cesare Marescotti di Sidro&Cider
Sidro PassatoPresenteFuturo: Cesare Marescotti di Sidro&Cider

Sidro PassatoPresenteFuturo: Cesare Marescotti di Sidro&Cider

Per la rubrica Sidro PassatoPresenteFuturo oggi intervistiamo Cesare Marescotti, fondatore e CEO di Sidro&Cider, primo e-commerce italiano completamente dedicato al sidro.

La mia passione per il sidro risale all’adolescenza, quando cominciavo a uscire con gli amici e andavamo per pub a Milano. All’epoca non bevevo birra e quindi dovevo per forza trovare un’alternativa, così scoprii il sidro.
Pochi pub a Milano, sicuramente mi ricordo l’Old Fox e il Murphy’s Law, servivano sidro, e la scelta era comunque quella di un prodotto industriale (Magners o Strongbow), ma quella freschezza e quel richiamo del frutto di origine, che riconoscevo facilmente, mi attiravano. A quel tempo, 16/17 anni, facevo fatica a trovare l’uva nel vino e, in generale, i gusti nelle bevande alcoliche, quindi il fatto di riconoscere la mela nel sidro mi attirava particolarmente. Crescendo ho un po’ perso la concentrazione sul sidro, concentrandomi su altri mondi al di fuori di quello dei pub e della ristorazione in generale, ma quel ricordo mi è rimasto impresso ed è quello che mi ha fatto cogliere l’occasione di buttarmi in questo mondo appena si è presentata.

Cesare Sidro&Cider

Vado abbastanza orgoglioso della mia posizione oggi nel mondo del sidro! Oggi posso dire di essere stato uno dei primissimi a dare spazio al nostro amato fermentato di mele con il primo e-commerce (sidroandcider.it) esclusivamente dedicato al sidro di mele e ho collaborazioni per importazione e distribuzione per l’Italia con aziende come Stonewell e Trabanco, realtà storiche e affermate di questo mondo nei loro Paesi. La crescita non è per niente semplice, perché la cultura del sidro in Italia è ancora poca purtroppo, ma, nonostante ciò, cerchiamo di dare spazio anche a marchi emergenti. Ad esempio, recentemente abbiamo cominciato a importare Galipette dalla Francia e a distribuire marchi italiani. Per portare avanti tutto questo, oltreché prodigarmi nella vendita, organizzo presso i pub, bar e tutti i luoghi con cui lavoriamo eventi di cultura e degustazione, promuovere l’inserimento del sidro nella mixology e molto altro. Non sono ancora pommelier, sperando di riuscire a rimediare presto, ma ho contatti con tantissimi produttori italiani e internazionali: per questo, riesco a raccogliere informazioni dettagliate su tutto ciò che riguarda il mondo del sidro, dalle mele utilizzate alla produzione, alla bevuta, a utilizzi diversi dal berlo “liscio” e quant’altro, riuscendo così a essere preparato e abbastanza accurato da diffondere la cultura del sidro nel modo giusto. Ovviamente all’inizio avrò fatto qualche strafalcione, ormai sono piuttosto formato, però devo decidermi a prendere la certificazione giusta!

Spero che il sidro riesca a trovare il suo spazio come fermentato a sé stante e non a fianco di birra o vino! Il nostro motto è “oltre il vino, più della birra”: questo non serve a sminuire gli altri due fermentati, ma a cercare di fare capire che il sidro ha un proprio valore aggiunto, non è diverso dagli altri due. Personalmente spero che il sidro riesca a rompere i muri che dividono il mondo del vino dal mondo della birra e mi piacerebbe, un domani, poter scegliere di visitare una cantina di sidro (strutturata come una cantina di vino) o un sidrificio (strutturato come un birrificio). Il sidro può prendere il meglio di questi due mondi e diventare una bevanda “Made in Italy”, come è il vino e come è diventata la birra. D’altronde il Bel Paese è già un grandissimo produttore di mele!

Mi basta che sia un bel posto! Più che “dove”, mi piacerebbe pensare “con chi” bevo il sidro.
Mi piacerebbe poter ordinare e bere insieme ai miei amici come oggi si beve birra o vino. Questo vorrà dire che il sidro ormai avrà il posto che si merita nel cuore della gente e che non dovrò più andare in giro a cercarlo, ma che mi basta andare in qualsiasi bar o ristorante con i miei amici.

Dopo di me dovresti intervistare certamente un produttore, come Roberto di Eranomele, ma anche La Pommelié, Monica Sut, prima donna Pommelier d’Italia. È super preparata e ha le idee molto chiare!

Se anche tu vuoi diventare Pommelier, contatta APAS!

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