Sidro PassatoPresenteFuturo: Andrea Bedini e il “Torino Cider Club”
Sidro PassatoPresenteFuturo: Andrea Bedini e il “Torino Cider Club”

Sidro PassatoPresenteFuturo: Andrea Bedini e il “Torino Cider Club”

Questa volta la nostra rubrica arriva a una delle anime più vive del mondo del sidro italiano: Andrea Bedini, fondatore del Torino Cider Club e colonna portante dell’APAS – Associazione Pommelier e Assaggiatori di Sidro.

Andrea,
da dove nasce la tua passione per il sidro? 

La mia passione per il sidro nasce nel 2018, durante un viaggio in Québec, Canada. Avendo letto che il sidro è una bevanda tipica per quella regione avevo deciso di assaggiare un po’ di esempi e vistare alcuni produttori. Da allora, è nata questa passione, che si è consolidata dopo l’incontro con Marco Manfrini, avvenuto a Robe da Chiodi, Festival delle Fermentazioni Sperimentali, a Rovereto, un anno dopo.

Quale è la tua posizione nel mondo del sidro oggi?

©Torino Cider Club

Tre anni fa, per gioco e senza aspettative, ho fondato il Torino Cider Club, il primo in Italia, dove cerco di diffondere la cultura del sidro italiano e internazionale proponendo assaggi periodici in modo informale. L’anno successivo insieme a Marco Manfrini abbiamo deciso di creare anche un’associazione (l’Associazione Pommelier e Assaggiatori di Sidro – APAS) per dare una veste più ufficiale all’attività didattica che volevamo portare avanti. Grazie agli altri soci fondatori e a tanti indispensabile e preziosi soci attivi, proponiamo attività e diffondiamo contenuti sul territorio italiano. È difficile e stancante… Ma la soddisfazione di vedere i volti incuriositi delle persone dopo gli assaggi non ha prezzo!

Quali sono le tue aspettative sul mondo del sidro in generale e in Italia?

©Torino Cider Club

Positive ma ancora non ben definite. Molti locali non si sbilanciano ancora a offrire sidro in modo sistematico, e ciò mi rammarica un po’. Complice un complesso concorso di fattori (poca conoscenza del prodotto, mancanza di curiosità sulla bevanda, l’essere legati a un determinato formato, assenza di una distribuzione varia e capillare -specie per il sidro Italiano). L’impulso primario a far conoscere il sidro è avvenuto dal mondo della birra artigianale, ma ora noto che è quello del mondo dei vini naturali che lo sta sostenendo. In compenso stanno aumentando tanto le collaborazioni con altri enti, associazioni, circoli e qualche istituzione, e ciò non può che favorire la circolazione della cultura del sidro. È ancora tutto embrionale comunque, non dobbiamo avere fretta di crescere nel modo sbagliato e ripetere errori commessi in passato per altre bevande.
Usando una metafora col mondo delle telecomunicazioni penso che non dobbiamo essere necessariamente altoparlanti, televisori o dispositivi hight-tech per diffondere la cultura del sidro; bensì è sufficiente essere ripetitori efficienti del segnale sidro, in modo da trasmettere un’informazione netta e genuina. Mi piace considerarmi come un testimone curioso di questa cultura, che grazie al contributo di soci e amici stiamo plasmando di giorno in giorno.

Quale è il tuo posto preferito dove bere sidro?

È una domanda difficile, perché (almeno a Torino) è difficile reperirlo. Al momento rimane l’O’Connor pub a Genova dal mio amico Riccardo, dove posso spaziare tra tantissime referenze, specie francesi.

Dopo di te, chi dovrei intervistare?

Il Noioso (aka Fabio Manuali)

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